Credito d’imposta per investimenti in startup: guida pratica per investitori

Negli ultimi anni, il sostegno alle startup innovative è diventato un tema centrale nelle politiche economiche italiane. Tra le agevolazioni previste, il credito d’imposta per investimenti in startup rappresenta un’opportunità interessante per gli investitori. Ma quali sono le differenze tra detrazione fiscale e credito d’imposta? Come cambia la normativa nel 2025? E quali sono i vantaggi concreti? In questa guida pratica risponderemo a tutte le tue domande. Differenze tra detrazione fiscale e credito d’imposta Molti investitori si chiedono quale sia la differenza tra detrazione fiscale e credito d’imposta quando si tratta di agevolazioni sugli investimenti in startup. Vediamo i due concetti a confronto: Detrazione fiscale: consente di ridurre l’imposta lorda sul reddito. Ad esempio, se un investitore ha un’imposta IRPEF di 10.000€ e ha diritto a una detrazione di 3.000€, pagherà solo 7.000€ di tasse. Credito d’imposta: è un importo che può essere utilizzato per compensare debiti fiscali o contributivi, o in alcuni casi richiesto a rimborso. Se un investitore ha un credito d’imposta di 5.000€, potrà utilizzarlo per pagare le imposte dovute allo Stato. Il credito d’imposta è spesso considerato più vantaggioso rispetto alla detrazione, perché è utilizzabile anche in presenza di imposte dovute limitate, garantendo un beneficio immediato. Nuove modalità di utilizzo nel 2025 A partire dal 2025, il credito d’imposta per investimenti in startup subirà alcune modifiche importanti. Ecco le principali novità: Maggiore percentuale di agevolazione: il credito d’imposta potrà arrivare fino al 50% dell’investimento effettuato, a seconda della tipologia di startup e del settore di appartenenza. Possibilità di compensazione più ampia: il credito potrà essere utilizzato non solo per imposte dirette, ma anche per tributi locali e contributi previdenziali. Semplificazione delle procedure di richiesta: la documentazione necessaria sarà ridotta, e la domanda potrà essere presentata direttamente tramite piattaforma digitale dell’Agenzia delle Entrate. Questi cambiamenti rendono l’agevolazione ancora più accessibile e interessante per chi intende investire nel settore delle startup innovative. Esempi pratici di calcolo e vantaggi per gli investitori Per comprendere meglio l’impatto del credito d’imposta, vediamo due esempi pratici: 1. Investimento di 50.000€ in una startup innovativa Credito d’imposta del 30%: 15.000€ L’investitore potrà compensare 15.000€ di imposte dovute nei successivi esercizi fiscali. 2. Investimento di 100.000€ in una startup ad alto valore tecnologico Credito d’imposta del 50%: 50.000€ Possibilità di utilizzo immediato del credito per ridurre il carico fiscale complessivo.   Questi vantaggi rendono gli investimenti in startup non solo un’opportunità per diversificare il portafoglio, ma anche una strategia fiscale vantaggiosa. Credito d’imposta startup: come ottenere il massimo vantaggio Il credito d’imposta per investimenti in startup è un’opportunità concreta per gli investitori che desiderano supportare l’innovazione riducendo il carico fiscale. Tuttavia, per ottenere il massimo beneficio è fondamentale conoscere tutte le regole e le modalità di utilizzo. Hai bisogno di assistenza per sfruttare al meglio il credito d’imposta? Contatta lo studio Conti Grilli per una consulenza personalizzata e scopri come ottimizzare i tuoi investimenti in startup!

Nuovo regime fiscale per influencer: cosa cambia con l’introduzione della flat tax per i liberi professionisti

Con l’introduzione della flat tax per i liberi professionisti, molti influencer stanno valutando se aderire a questo nuovo regime fiscale semplificato. La crescente digitalizzazione e l’espansione delle piattaforme social hanno reso l’attività di content creator sempre più professionale, con guadagni derivanti da sponsorizzazioni, affiliazioni e collaborazioni con i brand. In questo articolo analizzeremo nel dettaglio cosa prevede la flat tax, i vantaggi per gli influencer e gli aspetti da considerare prima di adottare questo regime fiscale. Cos’è la flat tax per i liberi professionisti La flat tax, o tassa piatta, è un regime fiscale che prevede un’aliquota fissa del 15% applicata al reddito imponibile, semplificando la tassazione per i liberi professionisti e le partite IVA individuali. Questo regime è stato introdotto per favorire la crescita delle piccole imprese e dei professionisti autonomi, riducendo la pressione fiscale e gli adempimenti burocratici. Per coloro che iniziano una nuova attività, nei primi cinque anni l’aliquota può essere ridotta al 5%, rappresentando un ulteriore incentivo per chi decide di aprire una partita IVA. Requisiti per accedere alla flat tax Per poter aderire al regime della flat tax, i professionisti devono rispettare determinati requisiti: Limite di ricavi o compensi: Il regime forfettario con flat tax al 15% è accessibile per chi ha ricavi o compensi fino a 85.000 euro annui. Assenza di partecipazioni: Non devono essere detenute partecipazioni in società di persone, associazioni professionali o imprese familiari. Spese per lavoro dipendente: Le spese per lavoro accessorio, dipendente e collaboratori non devono superare i 20.000 euro annui. Residenza fiscale in Italia: Il professionista deve risiedere fiscalmente in Italia e svolgere l’attività prevalentemente sul territorio nazionale. Vantaggi della flat tax per gli influencer Per gli influencer, l’adesione alla flat tax può offrire numerosi vantaggi: Semplificazione contabile: Il regime forfettario prevede una contabilità semplificata, riducendo gli obblighi burocratici e facilitando la gestione fiscale. Aliquota fiscale ridotta: L’applicazione di un’aliquota fissa del 15% può risultare vantaggiosa rispetto alle aliquote progressive dell’IRPEF, soprattutto per chi ha redditi medio-alti. Determinazione forfettaria del reddito: Il reddito imponibile viene calcolato applicando un coefficiente di redditività ai ricavi o compensi, semplificando il calcolo delle imposte. Minori contributi previdenziali: Gli influencer che aderiscono al regime forfettario possono beneficiare di un’aliquota contributiva agevolata, riducendo il peso della previdenza obbligatoria. Introduzione del codice ATECO specifico per influencer Dal 1° gennaio 2025 è stato introdotto il nuovo codice ATECO 73.11.03, specifico per le attività di influencer marketing. Questo codice permette una classificazione più precisa dell’attività svolta, facilitando l’inquadramento fiscale e previdenziale degli influencer. Grazie a questa innovazione, i content creator hanno maggiore chiarezza sulle regole fiscali applicabili alla loro professione. Flat tax influencer: conviene davvero? L’introduzione della flat tax rappresenta un’importante opportunità per gli influencer e i content creator che operano con partita IVA. Tuttavia, è fondamentale valutare attentamente la propria situazione fiscale e i requisiti richiesti per aderire a questo regime. Si consiglia di consultare un commercialista esperto in materia fiscale per ottenere una consulenza personalizzata e assicurarsi di rispettare tutte le normative vigenti. Vuoi sapere se la flat tax è la soluzione giusta per te? Contatta lo studio Conti Grilli per una consulenza su misura!

La Legge 162/2024: un nuovo vantaggio fiscale per le startup innovative

Il 2025 porta con sé importanti novità fiscali per le startup innovative, grazie alle disposizioni contenute nella Legge 162/2024 e nella Legge 193/2024. Queste leggi, pensate per incentivare la crescita delle imprese innovative, introducono nuove agevolazioni fiscali e incentivi per gli investitori e gli imprenditori. In questo articolo esploreremo le principali novità fiscali, le opportunità che queste leggi offrono e le implicazioni pratiche per chi sta avviando o investendo in una startup innovativa. Quali agevolazioni introduce la Legge 162/2024 e a chi si rivolgono La Legge 162/2024 è stata introdotta con l’obiettivo di semplificare e rendere più accessibili le agevolazioni fiscali per le startup innovative. Tra le modifiche più rilevanti, una delle principali riguarda la riduzione delle imposte sui redditi per le startup che investono in ricerca e sviluppo. Le aziende che dimostrano di operare in ambiti ad alta innovazione, come il digitale, la tecnologia e la sostenibilità, possono beneficiare di deduzioni fiscali più vantaggiose. In particolare, la legge introduce un credito d’imposta per la ricerca e sviluppo, che può arrivare fino al 40% delle spese sostenute. Inoltre, viene esteso il periodo di esenzione fiscale per le startup innovative nei primi cinque anni di attività, permettendo loro di reinvestire una parte significativa dei guadagni senza dover destinare fondi a pagamenti fiscali immediati. Queste misure si aggiungono agli incentivi già esistenti, come quelli per le assunzioni di giovani talenti e per le collaborazioni con università e centri di ricerca. Le startup che dimostrano di portare avanti progetti innovativi in linea con gli obiettivi europei di sostenibilità e digitalizzazione possono contare su un supporto fiscale che rende più semplice l’accesso ai capitali e la crescita sul mercato. La Legge 193/2024: nuove opportunità per gli investitori Un altro pilastro fondamentale delle novità fiscali per il 2025 è la Legge 193/2024. Questa legge, infatti, introduce nuovi incentivi per gli investitori che decidono di sostenere le startup innovative, con un focus particolare sulle agevolazioni per le sottoscrizioni di capitale sociale e gli investimenti in equity. Gli investitori che decidono di finanziare una startup innovativa potranno beneficiare di un credito d’imposta pari al 40% sull’investimento effettuato, con una cifra massima di 200.000 euro. Questo incentivo si applica anche agli investimenti in startup in fase di sviluppo o alle fusioni e acquisizioni di startup innovative, favorendo la crescita di un ecosistema dinamico e competitivo. Le agevolazioni non si limitano solo agli investitori, ma sono estese anche a quelle aziende consolidate che decidono di sponsorizzare o di collaborare con startup, offrendo loro risorse, competenze o accesso a nuovi mercati. Questo tipo di sinergia tra grandi imprese e startup permette di accelerare l’innovazione e favorire la crescita di idee nuove, creando opportunità di business reciproche. Agevolazioni fiscali e incentivi per le startup: quali opportunità sfruttare? Le agevolazioni fiscali introdotte nel 2025 per le startup innovative sono numerose e riguardano diversi ambiti. Oltre al credito d’imposta per la ricerca e sviluppo, la Legge 162/2024 prevede incentivi per la digitalizzazione, l’internazionalizzazione e l’accesso al credito. In particolare, le startup possono usufruire di agevolazioni fiscali per l’acquisto di software e hardware innovativi, utili per migliorare la propria competitività sul mercato. Un’altra opportunità importante riguarda gli incentivi per la formazione e la crescita professionale del personale, che consentono alle startup di attrarre talenti senza dover sostenere un alto costo iniziale. Inoltre, la Legge 193/2024 introduce agevolazioni per le startup che emettono bond innovativi o che utilizzano soluzioni di crowdfunding per raccogliere fondi, aumentando così la possibilità di accesso a capitali esterni. Tutti questi incentivi, combinati con la possibilità di ottenere finanziamenti a tassi agevolati e il facilitato accesso ai fondi europei, offrono alle startup innovative un quadro favorevole per la crescita. Implicazioni pratiche per investitori e imprenditori Le novità fiscali per il 2025 portano con sé vantaggi concreti, ma richiedono una pianificazione fiscale adeguata per sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla Legge 162/2024 e dalla Legge 193/2024. Per gli imprenditori è fondamentale capire come accedere agli incentivi e come ottimizzare la gestione fiscale della propria startup, in modo da massimizzare i benefici derivanti dalle agevolazioni. Gli investitori devono valutare con attenzione le opportunità di finanziamento offerte dalle nuove normative, così da beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per gli investimenti in startup. Inoltre, la creazione di collaborazioni e partnership tra startup e aziende più grandi, incentivata dalle leggi in vigore, rappresenta una strada strategica per favorire il successo e la crescita delle startup stesse. Per navigare in modo efficace tra le novità fiscali, è cruciale affidarsi a un team di esperti in fiscalità e contabilità per startup. Se sei un imprenditore o un investitore in una startup innovativa, Conti Grilli è il partner ideale per aiutarti a navigare tra le novità fiscali del 2025. Con la nostra esperienza nella gestione fiscale delle startup, possiamo supportarti nell’accesso alle agevolazioni fiscali, nella pianificazione delle risorse e nella gestione delle implicazioni fiscali degli investimenti. Contattaci per scoprire come possiamo aiutarti a sfruttare al meglio le opportunità fiscali e far crescere la tua startup in un ambiente sempre più competitivo.

Innovazione e fiscalità digitale: come le nuove piattaforme di pagamento stanno cambiando la gestione fiscale degli influencer

Il panorama digitale è in continua evoluzione e parallelamente anche i metodi di pagamento e gestione delle transazioni. Nel contesto degli influencer e dei content creator, l’adozione di piattaforme di pagamento digitali come PayPal, Stripe e soluzioni basate su blockchain sta trasformando non solo il modo in cui avvengono i pagamenti, ma anche la gestione fiscale legata a questi guadagni. Sebbene queste innovazioni abbiano semplificato alcuni processi, hanno anche introdotto nuove sfide per quanto riguarda la registrazione dei guadagni, la tassazione e la compliance fiscale. Le piattaforme di pagamento: un nuovo modo di gestire i pagamenti digitali Nel contesto della fiscalità digitale, le piattaforme di pagamento come PayPal e Stripe sono ormai strumenti fondamentali per i professionisti che operano nel mondo online. Questi strumenti hanno reso i pagamenti più rapidi, sicuri e tracciabili, permettendo agli influencer di ricevere compensi per i loro servizi o collaborazioni con i brand in maniera semplice e veloce. PayPal, ad esempio, è una delle piattaforme più utilizzate al mondo per i pagamenti internazionali. La sua interfaccia user-friendly consente a chiunque di effettuare e ricevere pagamenti senza la necessità di una banca tradizionale. Con l’integrazione di PayPal nei sistemi di pagamento dei brand, gli influencer possono ricevere i guadagni da sponsorizzazioni, contenuti sponsorizzati e vendite di prodotti in modo immediato. Inoltre, la piattaforma fornisce report dettagliati delle transazioni, che possono essere facilmente utilizzati per la gestione fiscale, aiutando gli influencer a tenere traccia di entrate e uscite. D’altra parte, Stripe è una piattaforma che offre soluzioni di pagamento dirette, particolarmente popolare tra le piccole e medie imprese, ma anche tra i content creator. Grazie alla sua flessibilità e all’integrazione con diversi sistemi di e-commerce, è una soluzione ideale per coloro che vendono servizi online o prodotti digitali. La possibilità di emettere fatture direttamente dalla piattaforma e di monitorare in tempo reale i pagamenti semplifica le cose a chi deve gestire le proprie finanze in autonomia. Anche la tecnologia blockchain sta guadagnando terreno nel settore dei pagamenti online. Le criptovalute offrono vantaggi in termini di sicurezza e velocità delle transazioni, senza la necessità di intermediari bancari. Grazie alla natura decentralizzata della blockchain, i pagamenti sono tracciabili e sicuri e possono rappresentare un’opportunità per gli influencer che cercano di ridurre le commissioni e migliorare la trasparenza fiscale. Tuttavia, l’adozione di queste soluzioni rimane limitata, soprattutto per quanto riguarda la gestione fiscale delle transazioni in criptovaluta, che potrebbe risultare complessa senza un adeguato supporto tecnico e normativo. La semplificazione della registrazione dei guadagni Una delle principali sfide per gli influencer è sempre stata la registrazione dei guadagni derivanti dalle attività online. Tradizionalmente, gli influencer dovevano affidarsi a registri manuali o a strumenti contabili poco efficienti per tenere traccia delle transazioni. Con l’introduzione delle piattaforme di pagamento digitali questo processo è stato notevolmente semplificato. Piattaforme come PayPal e Stripe, infatti, offrono funzionalità avanzate di reporting, che consentono agli influencer di generare report dettagliati per ogni transazione effettuata. Questi report contengono tutte le informazioni necessarie, come l’importo del pagamento, la data e la fonte dei guadagni (ad esempio, sponsorizzazioni, vendite di prodotti, donazioni o commissioni). Grazie alla possibilità di esportare questi dati in formati compatibili con i software di contabilità, gli influencer possono facilmente utilizzare questi report per la dichiarazione dei redditi, riducendo al minimo la possibilità di errori o dimenticanze. Inoltre, molte di queste piattaforme offrono soluzioni integrate per il calcolo delle imposte, suggerendo anche quali transazioni siano soggette a tassazione. Le implicazioni fiscali e la compliance nelle nuove modalità di pagamento Nonostante i vantaggi in termini di efficienza e trasparenza, l’introduzione delle piattaforme di pagamento digitali e della blockchain comporta alcune complicazioni per la gestione fiscale degli influencer. Una delle problematiche principali riguarda la compliance fiscale e la corretta applicazione delle normative tributarie, che variano da Paese a Paese. Nel caso di PayPal e Stripe, le transazioni avvengono in modalità internazionale, il che significa che gli influencer italiani potrebbero ricevere pagamenti da Paesi esteri e dunque essere soggetti alla tassazione sia in Italia sia nel Paese di origine dei pagamenti. In Italia gli influencer sono obbligati a dichiarare i guadagni derivanti da sponsorizzazioni e collaborazioni, anche se ricevuti tramite piattaforme estere. Le autorità fiscali italiane richiedono che tutti i guadagni, indipendentemente dalla provenienza, siano riportati nella dichiarazione dei redditi. Inoltre, le piattaforme come PayPal o Stripe potrebbero non trattenere automaticamente le imposte, lasciando a carico degli influencer la responsabilità di calcolare e versare le tasse dovute. Con l’introduzione della blockchain, le sfide fiscali si amplificano ulteriormente. Se da un lato la trasparenza e la tracciabilità delle transazioni sono un vantaggio, dall’altro la gestione fiscale delle criptovalute può risultare complessa, soprattutto per quanto riguarda il calcolo delle imposte sulle transazioni in criptovaluta e sulla gestione delle plusvalenze. Gli influencer che accettano pagamenti in Bitcoin o Ethereum, ad esempio, potrebbero dover convertire i guadagni in valuta locale e determinare l’importo da dichiarare come reddito imponibile. Gestire le nuove piattaforme di pagamento col giusto partner Avere un commercialista competente che conosce le piattaforme di pagamento, le criptovalute e le normative internazionali permette agli influencer di concentrarsi su ciò che sanno fare meglio: creare contenuti di qualità e crescere nel loro settore, senza preoccuparsi degli aspetti fiscali. Affidarsi a Conti Grilli significa non solo garantire una gestione fiscale impeccabile, ma anche ottenere un supporto continuativo per far fronte alle nuove sfide che il panorama digitale presenta. Gli esperti dello studio sono sempre aggiornati sulle ultime normative fiscali e possono assistere gli influencer in ogni fase del processo fiscale, dalla registrazione dei guadagni fino alla dichiarazione dei redditi.

Riaddebito spese ai clienti: le novità fiscali del 2025

Dal 1° gennaio 2025 entreranno in vigore importanti cambiamenti fiscali relativi al trattamento delle spese sostenute dai professionisti e riaddebitate ai clienti. Queste novità, introdotte dal decreto legislativo di riforma Irpef-Ires, rappresentano un significativo passo avanti verso la semplificazione fiscale per i lavoratori autonomi. Esclusione dal reddito imponibile Una delle principali modifiche riguarda l’esclusione dal reddito imponibile delle somme percepite a titolo di rimborso spese. Questo significa che: Le spese analiticamente addebitate ai clienti non concorreranno più a formare il reddito di lavoro autonomo;  Tali somme non saranno soggette a ritenuta d’acconto, alleggerendo il carico fiscale per i professionisti. Quali sono le spese interessate? Ecco le categorie di spese escluse dal reddito imponibile a partire dal 2025: Contributi previdenziali e assistenziali: somme dovute per legge e a carico del professionista; Rimborso spese per incarichi professionali: costi sostenuti per l’esecuzione di un incarico e addebitati al cliente; Riaddebito di spese per uso comune di immobili: costi relativi all’utilizzo condiviso di immobili e servizi connessi, anche in caso di uso promiscuo per l’attività professionale. Spese non rimborsate: deduzione garantita Nel caso in cui le spese non siano rimborsate dal committente entro un anno dalla fatturazione, queste potranno essere dedotte dal reddito imponibile nel periodo d’imposta in cui scade il termine annuale. Questo sarà possibile solo se l’importo complessivo, comprensivo del compenso, non supererà i 2.500 euro. Consideriamo il caso di un avvocato che anticipa delle spese di viaggio per recarsi presso un cliente. Se tali costi sono analiticamente addebitati al cliente, dal 2025 gli importi rimborsati non saranno inclusi nel reddito imponibile e non saranno soggetti a ritenuta d’acconto. Se, invece, le spese non vengono rimborsate entro un anno dalla fatturazione e non superano i 2.500 euro, l’avvocato potrà dedurle nel periodo d’imposta successivo. Implicazioni per i professionisti in regime forfettario Resta ancora da chiarire come queste novità influenzeranno i professionisti che operano in regime forfettario, i quali già beneficiano di semplificazioni fiscali. Si attendono ulteriori specificazioni per comprendere pienamente l’impatto. Quali sono i vantaggi per i professionisti? Queste novità fiscali mirano a: Ridurre gli oneri amministrativi per i lavoratori autonomi; Offrire una maggiore chiarezza nella gestione delle spese deducibili e dei rimborsi; Favorire una gestione fiscale più efficiente, in linea con le esigenze dei professionisti. Le modifiche previste per il riaddebito spese 2025 segnano un importante cambiamento per il lavoro autonomo, semplificando la fiscalità e rendendo più agevole la gestione delle spese professionali. Contatta il nostro team per ulteriori dettagli o per ricevere supporto nell’adeguamento alle nuove normative.

Tutte le novità del 2025 per le startup innovative

Con l’arrivo del 2025, il panorama normativo per le startup innovative subirà cambiamenti significativi grazie all’approvazione del DDL Concorrenza 2023. Queste novità mirano a incentivare la crescita delle imprese innovative e a favorire la competitività. Scopriamone i punti principali insieme. Nuova definizione di startup innovativa A partire dal 2025, per essere riconosciuta come startup innovativa, un’impresa dovrà soddisfare i seguenti requisiti: Essere una micro, piccola o media impresa in base alla Raccomandazione 2003/361/CEdella Commissione Europea (le grandi imprese non saranno più incluse). Evitare attività prevalenti di agenzia o consulenza. Questi criteri si sommano a quelli già previsti dall’articolo 25 comma 2 del DL 179/2012, validifino al 31 dicembre 2024. Nuova durata per l’iscrizione nel Registro delle Imprese La durata massima per la permanenza nella sezione speciale del Registro delle Imprese sarà ridotta da 5 a 3 anni. Tuttavia, le startup potranno ottenere una proroga di 2 anni soddisfacendo almeno uno dei seguenti requisiti: Spese in ricerca e sviluppo: devono rappresentare almeno il 25% del totale; Contratti di sperimentazione con la Pubblica Amministrazione: almeno un contratto stipulato; Incremento di ricavi o occupazione: aumento superiore al 50% nei ricavi o nell’occupazione tra il secondo e il terzo anno; Rafforzamento patrimoniale: creazione di una riserva patrimoniale di almeno 50.000 euro attraverso strumenti finanziari qualificati; Brevetto registrato: possedere almeno un brevetto. Scale-up: estensioni fino a 9 anni Le startup che dimostrano una crescita significativa possono trasformarsi in scale-up, beneficiando di ulteriori estensioni di due anni, fino a un massimo di 9 anni complessivi. Tra i requisiti richiesti figurano:  Aumento di capitale superiore a 1 milione di euro, proveniente da un organismo diinvestimento collettivo del risparmio;  Incremento dei ricavi annui derivanti dalla gestione caratteristica superiore al 100%. Credito d’imposta al 65% per startup innovative Una delle principali novità riguarda gli incentivi fiscali. Dal 1° gennaio 2025, gli investimenti privati nel capitale sociale delle startup innovative beneficeranno di una detrazione IRPEF del 65% (rispetto al 50% attuale), mantenendo i limiti e le condizioni previsti dal regime de minimis. Perché queste novità sono importanti? Le modifiche introdotte dal Scale-Up Act 2025 e dal DDL Concorrenza 2023 mirano a:  Rafforzare il sostegno alle imprese innovative in Italia;  Stimolare gli investimenti privati; Favorire una crescita sostenibile e competitiva per le startup. Se gestisci una startup innovativa o stai pianificando di avviarne una, queste novità possono rappresentare un’opportunità unica per accelerare la tua crescita. Non perdere l’occasione di far crescere la tua startup nel 2025: contatta il nostro team per ulteriori dettagli o per ricevere supporto nell’adeguamento alle nuove normative.

Deducibilità delle spese per start-up e professionisti digitali: cosa puoi scaricare e cosa no

La gestione delle spese aziendali è uno degli aspetti fondamentali per ogni start-up e professionista del mondo digitale. Sapere quali spese sono deducibili al 100%, quali solo parzialmente e quali non lo sono affatto può fare una grande differenza in fase di dichiarazione dei redditi. In questo articolo esploreremo le principali categorie di spese deducibili per start-up, agenzie e liberi professionisti digitali, fornendo consigli pratici per ottimizzare la gestione fiscale della tua attività. Spese deducibili per start-up e professionisti digitali 1. Hardware (computer, smartphone, attrezzature tecnologiche)Le spese per l’acquisto di hardware sono deducibili, ma in modo diverso a seconda del tipo di bene acquistato. Ad esempio, computer, stampanti, telefoni e altre attrezzature tecnologiche necessarie per l’attività lavorativa sono generalmente deducibili al 100%. Tuttavia, se l’uso del dispositivo è parzialmente personale, si può dedurre solo la percentuale di utilizzo professionale. 2. Software e licenzeSoftware e licenze, come quelli necessari per la gestione di attività aziendali, sono deducibili al 100%. Questo include programmi di contabilità, design grafico, gestione progetti e software per la protezione dei dati. Anche in questo caso, se utilizzati in parte per scopi personali, la deducibilità sarà ridotta proporzionalmente. 3. Viaggi di lavoroI viaggi di lavoro, comprese le spese per trasporti, alloggi, pasti e altre necessità correlate, sono generalmente deducibili, ma solo se documentati adeguatamente e strettamente legati all’attività lavorativa. Le spese per i pasti, ad esempio, sono deducibili al 75%, mentre quelle per trasporti e alloggi possono essere dedotte al 100%. 4. Formazione e aggiornamento professionaleInvestire nella propria formazione e in corsi di aggiornamento professionale è fondamentale per ogni professionista del digitale. Le spese per corsi di formazione, master e altre attività educative che mirano a migliorare le competenze professionali sono deducibili, ma è importante che siano pertinenti all’attività esercitata. In generale, la deducibilità è al 100%. 5. Consulenze professionaliLe spese per consulenze legali, fiscali e aziendali sono completamente deducibili, a condizione che siano necessarie per la gestione dell’attività. Cosa non è deducibile? Non tutte le spese sostenute da una start-up o da un professionista digitale sono deducibili. Alcuni esempi di spese non deducibili includono:  Spese per acquisti di beni o servizi che non sono direttamente legati all’attività lavorativa, come beni di lusso o spese personali.  Spese per viaggi di piacere o vacanze, anche se combinati con attività lavorative.  Spese per l’acquisto di beni che non sono considerati strumentali all’attività, come attrezzature per hobby personali. Consigli pratici per ottimizzare la gestione delle spese  Tieni traccia di tutte le spese: utilizza un software di contabilità per tenere traccia di tutte le tue spese aziendali. Questo ti aiuterà a capire quali sono deducibili e a evitare errori durante la dichiarazione dei redditi.  Separa le spese personali da quelle professionali: é fondamentale mantenere separate le spese aziendali da quelle personali. Usa carte di credito aziendali per gli acquisti legati all’attività e conserva tutte le fatture.  Rivedi regolarmente le tue spese: ogni anno, rivedi le tue spese e confrontale con quelle degli anni precedenti. In questo modo puoi identificare aree in cui potresti risparmiare o ottimizzare ulteriormente. Se hai una start-up o sei un professionista digitale – come un influencer o un content creator – in Studio Conti Grilli trovi tutti i servizi di cui hai bisogno e professionisti attenti e preparati.

Contributi INPS e previdenza per freelance e influencer: tutto quello che devi sapere

Nel mondo del lavoro digitale, come quello dei freelance e degli influencer, è fondamentale avere una chiara comprensione del sistema previdenziale, in particolare dei contributi INPS e delle opzioni di previdenza complementare. In questo articolo, esploreremo come funzionano i contributi previdenziali per chi lavora in modo autonomo, come calcolarli, le scadenze da rispettare e le agevolazioni a disposizione, con l’obiettivo di costruire una sicurezza pensionistica in un settore in rapida evoluzione. Come funzionano i contributi INPS per i freelance e gli influencer 1. L’obbligo dei contributi INPS per i freelanceI freelance, comprese le figure professionali come gli influencer, sono soggetti al pagamento dei contributi previdenziali per garantirsi la pensione. A seconda della tipologia di attività svolta, possono essere iscritti alla gestione separata INPS o ad altre casse previdenziali specifiche. In generale, i freelance iscritti alla gestione separata INPS devono versare una percentuale sul reddito annuale. 2. Aliquote dei contributi INPSLe aliquote dei contributi previdenziali per i freelance variano a seconda della gestione INPS a cui sono iscritti. Per i professionisti iscritti alla gestione separata, l’aliquota ordinaria nel 2024 è pari al 33%. Tuttavia, è importante monitorare ogni anno le modifiche apportate dal governo, che potrebbero influenzare l’importo dei contributi. 3. Come calcolare i contributi INPSPer calcolare correttamente i contributi INPS, bisogna considerare il reddito imponibile, che è la somma delle entrate professionali al netto delle spese deducibili. Su questa cifra, verrà applicata l’aliquota previdenziale. Ad esempio, se il reddito annuo di un freelance è di 30.000 euro, l’importo da versare come contributo INPS sarà pari a una percentuale di quel reddito, a seconda della gestione previdenziale di riferimento. 4. Scadenze e modalità di pagamentoI contributi INPS devono essere versati con scadenze precise. È fondamentale rispettare queste scadenze per evitare sanzioni o interessi per ritardato pagamento. I freelance possono effettuare i pagamenti direttamente attraverso il portale INPS, utilizzando il modello F24. Previdenza complementare: un’opzione per costruire una pensione solida 1. Cos’è la previdenza complementare?La previdenza complementare è un sistema di risparmio aggiuntivo alla pensione pubblica, pensato per garantire una maggiore sicurezza economica al termine della carriera lavorativa. Per i freelance e gli influencer, che non hanno un trattamento pensionistico fisso come i lavoratori dipendenti, la previdenza complementare può rivelarsi una soluzione utile per costruirsi un fondo pensione privato. 2. Come funziona la previdenza complementare per i freelance?I freelance possono aderire a fondi pensione individuali o collettivi, che permettono di accumulare un capitale attraverso versamenti periodici. I contributi versati godono di agevolazioni fiscali, con una deducibilità delle somme fino a un certo limite annuale. In questo modo, oltre a garantirsi una pensione integrativa, i professionisti possono beneficiare di vantaggi fiscali immediati. 3. Vantaggi della previdenza complementare per influencer e freelancePer gli influencer, che spesso non hanno un contratto stabile, la previdenza complementare offre la possibilità di accumulare risparmi per il futuro, indipendentemente dalle fluttuazioni del reddito. Inoltre, avendo una carriera che può evolversi rapidamente, è fondamentale avere una pensione integrativa che permetta di mantenere uno stile di vita adeguato anche in età avanzata. Agevolazioni e opportunità per i lavoratori digitali 1. Le agevolazioni per i freelance digitaliEsistono diverse agevolazioni fiscali per i freelance, tra cui il regime forfettario, che consente di pagare una tassa semplificata su una percentuale del reddito. Questo può ridurre notevolmente l’impatto fiscale, permettendo ai professionisti del digitale di concentrarsi sullo sviluppo dell’attività senza doversi preoccupare di tassazioni elevate. 2. Contributi ridotti per i giovaniI freelance under 30 possono beneficiare di contributi previdenziali ridotti per i primi anni di attività. Scopri se il regime forfettario può fare al caso tuo. 3. Opportunità di pensionamento anticipatoMolti fondi pensione offrono la possibilità di pensionamento anticipato, che permette ai freelance di iniziare a ritirare i fondi accumulati prima dei 67 anni, con condizioni favorevoli in base al piano scelto. Consigli pratici per una pensione solida  Inizia a contribuire presto: prima inizi a versare i contributi, maggiore sarà l’importo che accumulerai nel tempo. Non aspettare troppo a lungo per aderire a una previdenza complementare.  Diversifica i tuoi risparmi: considera di investire in diversi tipi di fondi pensione, per avere una protezione migliore in caso di cambiamenti nel mercato.  Monitora la tua situazione fiscale: assicurati di essere sempre aggiornato sulle normative fiscali e previdenziali, per sfruttare al meglio le agevolazioni e le opportunità disponibili. Occuparsi di tutti questi aspetti in autonomia può essere complicato. Studio Conti Grilli può offrirti un’assistenza a 360 gradi: contattaci per maggiori informazioni.

Novità per start-up e PMI innovative: cosa cambia con la legge 162/2024

La Legge 28 ottobre 2024, n. 162, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 7 novembre 2024, introduce nuove disposizioni che riguardano start-up innovative, PMI innovative e Società di Investimento Semplice (SiS). Questi aggiornamenti mirano a favorire l’afflusso di risorse finanziarie verso le imprese innovative e a incentivare il reinvestimento in attività strategiche per lo sviluppo economico. Patrimonio netto delle SiS: nuovo limite a 50 milioni Una delle principali modifiche riguarda l’innalzamento del limite di patrimonio netto per le Società di Investimento Semplice (SiS), ora portato a 50 milioni di euro. Questo cambiamento è stato introdotto modificando l’articolo 1 del Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (D.Lgs. 58/1998). L’obiettivo è di consentire alle SiS di raccogliere maggiori risorse da destinare alle start-up e alle PMI innovative, incrementando così le opportunità di finanziamento per le imprese emergenti. Esenzione del Capital Gain Un altro elemento chiave della nuova normativa è l’esenzione fiscale sulle plusvalenze derivanti da investimenti nel capitale sociale di start-up e PMI innovative. Questa misura, già introdotta dal Decreto-Legge n. 73/2021, viene ora estesa agli investimenti effettuati tramite organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR). Condizioni per l’esenzione:  Le quote degli OICR devono essere acquistate entro il 31 dicembre 2025;  È necessario mantenere l’investimento per almeno tre anni. Gli OICR, come fondi comuni, Sicav e Sicaf, devono investire prevalentemente in start-up e PMIinnovative secondo i requisiti normativi previsti. Reinvestimento delle plusvalenze Per beneficiare dell’esenzione fiscale, eventuali plusvalenze derivanti da partecipazioni cedute devono essere reinvestite in start-up o PMI innovative. Tuttavia, l’esenzione non sarà più applicabile qualora l’investitore ceda la partecipazione reinvestita. Le nuove disposizioni fiscali si applicano agli investimenti effettuati dal periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2023. La Legge 162/2024 rappresenta un passo avanti per incentivare gli investimenti in imprese innovative, offrendo nuovi strumenti fiscali per supportare start-up e PMI. Per valutare come queste novità possono influenzare i tuoi investimenti, il nostro studio è a disposizione per approfondimenti e consulenze personalizzate: contattaci!

Novità fiscali 2024: detrazione IRPEF per investimenti in startup e PMI innovative

La Legge 28 ottobre 2024, n. 162, ha introdotto una significativa novità per chi investe in startup e PMI innovative. Pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 7 novembre 2024, la normativa amplia le possibilità di utilizzo dei benefici fiscali legati alla detrazione IRPEF del 50% in regime “de minimis”. Detrazione IRPEF e credito d'imposta: cosa cambia? A partire dagli investimenti effettuati nel 2024 (per i soggetti con periodo d’imposta “solare”), gli importi eccedenti della detrazione IRPEF rispetto all’imposta lorda non andranno più persi o limitati al triennio successivo. La nuova legge consente di trasformare queste eccedenze in un credito d’imposta da utilizzare: in compensazione mediante modello F24; per ridurre le imposte dovute negli anni successivi, senza vincoli temporali. Questa novità rappresenta un importante passo avanti per gli investitori, offrendo maggiore flessibilità e certezza nell’ottenimento dei benefici fiscali. Normativa precedente: un limite superato Fino al 2023, il regime fiscale prevedeva che le eccedenze di detrazione IRPEF potessero essere riportate nei tre anni successivi (art. 4 comma 5, DM 28 dicembre 2020). Tuttavia, molti contribuenti non riuscivano a sfruttare appieno queste detrazioni, soprattutto in caso di incapienza. Grazie alla L. 162/2024, questo ostacolo è stato eliminato. Ora, l’importo eccedente può essere utilizzato come credito d’imposta, facilitando l’accesso al beneficio fiscale anche per chi ha un’imposta lorda inferiore all’ammontare della detrazione spettante. Come funziona il nuovo credito d’imposta Il credito d’imposta derivante dalla detrazione IRPEF sarà riconosciuto e potrà essere utilizzato:1. In dichiarazione dei redditi, per ridurre le imposte dovute;2. In compensazione tramite F24, ai sensi dell’art. 17 del D.lgs. 241/1997;3. Senza limiti temporali per il suo utilizzo, a differenza della normativa precedente. Possibili criticità normative Nonostante i vantaggi, è importante segnalare un possibile problema di coordinamento con il Disegno di Legge di Bilancio 2025. Questo introduce nuovi limiti per il calcolo delle detrazioni fiscali, che potrebbero influire sull’applicazione della normativa prevista dalla L. 162/2024.Saranno necessari eventuali interventi correttivi per garantire un’applicazione armoniosa delle disposizioni. Perché questa novità è importante? Investire in startup e PMI innovative diventa ancora più conveniente grazie alla possibilità di trasformare le eccedenze di detrazione in crediti d’imposta, riducendo il rischio di perdere parte del beneficio fiscale. Questa misura mira a incentivare gli investimenti in settori strategici per l’innovazione e lo sviluppo economico del Paese. Lo Studio Conti Grilli è a disposizione per approfondimenti e consulenze personalizzate. Contattaci per scoprire come ottimizzare i tuoi investimenti e sfruttare al massimo le opportunità offerte dalla nuova normativa fiscale.