Negli ultimi anni l’influencer marketing è esploso, portando a una crescita significativa delle collaborazioni e sponsorizzazioni sui social media. Tuttavia, la gestione fiscale dei compensi ricevuti per queste attività può risultare complessa, soprattutto per i neofiti.
In questo articolo esploreremo le normative fiscali che riguardano le collaborazioni con i brand, la distinzione tra collaborazioni occasionali e continuative e come dichiarare correttamente i compensi per evitare sanzioni. Scopriremo, inoltre, le implicazioni legate alla partita IVA per influencer e i contributi previdenziali necessari per mettersi in regola.
La tassazione degli influencer: quando serve la partita IVA?
La fiscalità degli influencer è un tema delicato, poiché non tutti i compensi derivanti da sponsorizzazioni sui social media vengono trattati allo stesso modo. La normativa italiana stabilisce una differenza tra collaborazioni occasionali e attività professionali continuative:
- Collaborazioni occasionali: si tratta di attività svolte in maniera saltuaria e senza carattere di abitualità. In questi casi non è obbligatorio aprire una partita IVA, ma i compensi ricevuti devono comunque essere dichiarati nel quadro “RL” del modello Unico come redditi diversi. La tassazione sarà progressiva in base agli scaglioni IRPEF.
- Collaborazioni continuative: se l’attività di influencer diventa abituale, strutturata e continuativa, è necessario aprire una partita IVA per influencer. Questo permette di regolarizzare i compensi e beneficiare di regimi fiscali più adatti, come il regime forfettario.
Come dichiarare i compensi da collaborazioni con brand
Per gli influencer e content creator che collaborano regolarmente con aziende è importante sapere come gestire fiscalmente i compensi ricevuti. Ecco alcune linee guida:
- Fatturazione: chi ha aperto una partita IVA deve emettere fattura per ogni collaborazione pagata, indicando chiaramente il tipo di prestazione fornita. Rivolgiti a un commercialista per influencer per assicurarti che tutte le fatture siano correttamente compilate.
- Collaborazioni occasionali: se non hai una partita IVA, puoi emettere una ricevuta con ritenuta d’acconto del 20%, che deve essere trattenuta e versata dal committente.
Le aliquote fiscali e i contributi previdenziali
La gestione dei contributi previdenziali è un altro aspetto importante della tassazione dei content creator. Anche chi lavora come freelance sui social media deve versare i contributi INPS, in particolare alla Gestione Separata. Vediamo come funziona:
- Aliquota INPS: l’aliquota per i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata è attualmente del 26,23% (per chi non è iscritto ad altre forme di previdenza). Questa percentuale si applica sul reddito imponibile, dopo la detrazione delle spese eventualmente consentite.
- Regime forfettario: gli influencer che rientrano nel regime forfettario beneficiano di una tassazione ridotta (5% per i primi cinque anni, 15% successivamente). Tuttavia, non è possibile detrarre le spese come nel regime ordinario.
Consigli per evitare errori e sanzioni
Una gestione fiscale non corretta può comportare sanzioni significative. Ecco alcuni consigli per evitare problemi:
- Affidati a un commercialista esperto in fiscalità per content creator e influencer, che potrà aiutarti a navigare tra le normative e a ottimizzare la tua posizione fiscale;
- Tieni traccia di tutti i compensi ricevuti, anche quelli per collaborazioni occasionali: questo ti permetterà di dichiarare correttamente i redditi e di evitare multe;
- Regolarizza la tua posizione appena l’attività sui social diventa continuativa, aprendo una partita IVA se necessario.
Che tu sia un content creator agli inizi o già affermato, comprendere la fiscalità degli influencer è essenziale per proteggere la tua attività e garantire una crescita sostenibile sul lungo termine. In Studio Conti Grilli trovi tutti i servizi di cui hai bisogno.